Artigiani... amo

di Davide Gurgone, Stefano Fea | 13 dicembre 2011
Si chiude a Milano la fiera pre-natalizia dedicata all'artigianato e ai sapori.
Passano i giorni e l'Italia, nel pieno della crisi finanziaria, proprio non ci sta a cedere il passo alle dicerie di un paese di faccendieri e fannulloni. A dimostrare l'operosità e la maestria italiana si è conclusa ieri a Milano la sedicesima edizione dell'artigiano in fiera.
Manifestazione in cui imprenditori e maestri in tutte le discipline, danno sfoggio di estro, arte, stile, innovazione e cultura.
Quest'anno la neonata redazione di Italia che Vorrei ha deciso di recarsi nei padiglioni di Rho fiera e dedicare le proprie energie nel raccogliere un piccolo portfolio di eccellenze.
Girando per gli stand si respira frizzante la voglia di fare e di creare, ma soprattutto di diffondere il proprio talento e dimostrare che siamo tutti pronti a metterci di nuovo in gioco. Ancora una volta. Come abbiamo sempre fatto.

Continuare a combattere

Combattere si, perché la vita di un artigiano o di un piccolo imprenditore, oggi in Italia, è difficile. Le imposte e gli oneri finanziari sono così elevati che in molti casi non giustificano il rischio d'impresa. Le grandi aziende, con le quali spesso gli artigiani hanno accordi commerciali, pagano dopo 4-5 mesi. E lo stato? Magari fosse assente! Dove è presente mette paletti, oneri e adempimenti di ogni sorta, creando problemi su problemi.
Nonostante tutto, qui in fiera le idee corrono veloci e gli affari sembrano girare discretamente. Gli artigiani e i piccoli imprenditori, colonna portante dell'economia del nostro paese, lavorano. Lavorano bene, lavorano sodo e lo dimostrano a suon di grappe aromatizzate al caffè di Anterivo, mirto bianco di Sardegna, allestimenti nuziali fatti interamente con gli origami, segnalibri come non li avete mai visti prima, cornici componibili a forma di puzzle e così via. Seguendo l'estro della creatività italiana.
Ogni prodotto nasce da una storia unica ed ogni artigiano ha molte di storie da raccontare. Prima di arrivare allo stand della Lombardia non avrei mai immaginato di fermarmi a parlare per oltre mezz'ora con un ragazzo che produce marmellate bio. Aveva una luce negli occhi... Dovevate ascoltare con quanto orgoglio descriveva le tecniche di produzione, con quale dovizia di particolari... Ho comprato un vasetto, kiwi e uvetta. Semplicemente splendida.
Lungo il cammino ci cattura a suon di chitarra elettrica lo stand della fabbrica della birra di Saronno e, dopo aver ceduto ad un boccale di birra di frumento, scopriamo che in Italia siamo i campioni anche nel produrre la birra.
Quando un nostro artigiano o imprenditore si dedica ad un progetto, lo fa con anima e corpo, senza risparmiare nottate o sacrifici ed il risultato ottenuto è spesso qualcosa di unico e straordinario. Difficile copiare, impossibile certo superare. Le creature che ne derivano sono estensione dell'artigiano/artista stesso, il che ne conferisce caratteristiche uniche, rare ed inimitabili. Solo noi ci riusciamo. Soltanto noi italiani siamo così grandi.
Italia che Vorrei, nei prossimi giorni, dedicherà un piccolo articolo per ciascuno degli artigiani che abbiamo conosciuto e dei quali ci siamo inevitabilmente innamorati, con la speranza di riuscire a trasmettere almeno un pochino dell'entusiasmo e dell'energia che ci hanno regalato.

Commenta la notizia